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Voto: 6/10 Titolo originale: Dungeons & Dragons: Honor Among Thieves , uscita: 23-03-2023. Budget: $151,000,000. Regista: Jonathan Goldstein.

Dungeons & Dragons: L’onore dei Ladri, la recensione del film di Goldstein & Daley

29/03/2023 recensione film di William Maga

Chris Pine, Michelle Rodriguez e Hugh Grant sono protagonisti di un fantasy imperfetto ma pieno d'amore per l'RPG

Dungeons & Dragons - L'onore dei ladri (2023) chris pine

Cercando tra i film che oggi fanno – o provano a fare – ‘il botto’ al box office, è evidente come lo sguardo ricada praticamente soltanto su qualcosa che fa parte di un franchise già affermato oppure che vuole dare il via a una nuova e redditizia saga. La cosiddetta marvelizzazione di Hollywood ha costretto (spronato?) i grossi studi a cercare fortuna non solo nei sequel, ma anche prequel, spin-off, soft e hard reboot, nuovi sequel che ignorano alcuni dei sequel precedenti ma non certi altri, e requel.

Per il cinefilo medio può essere quindi un vero e proprio rompicapo riuscire a tenere il passo con ciò che è collegato a cosa, con alcuni film che richiedono così tante conoscenze preliminari che il semplice atto di andare al cinema può talvolta apparire solo come il completamento dell’ultimo compito a casa, fatto per obbligo più che per desiderio di intrattenimento.

Quindi, quando arriva sulle scene un nuovo aspirante franchise, deve provare davvero a distinguersi dal gruppo e offrire qualcosa di più eccitante del semplice riconoscimento a prima vista di un marchio noto, se vuole avere una qualche possibilità anche di ‘rilevanza culturale’. E questo ci porta ora a Dungeons & Dragons: L’onore dei Ladri (Dungeons & Dragons: Honor Among Thieves).

Dungeons & Dragons L’Onore dei Ladri posterA prima vista, questo film sembrerebbe essere il peggior trasgressore di queste preoccupanti tendenze moderne. Basato su un amatissimo gioco di ruolo fantasy vecchio di decenni con una mitologia così vasta e complessa da sembrare impenetrabile, è anche il quarto tentativo di adattare tale property al cinema, dopo il disastroso Dungeons & Dragons del 2000 e i suoi due terribili sequel per la televisione (il primo è ricordato oggi soprattutto per i suoi draghi in CGI che sembravano poverissimi anche all’epoca e per un’interpretazione di Jeremy Irons che campeggia orgogliosamente nella Hall of Fame dell’overacting).

Fortunatamente, Dungeons & Dragons: L’onore dei Ladri sceglie di fare tabula rasa di tutto. Ecco allora una storia originale con personaggi originali che esistono in un mondo in cui ogni razza, credo, luogo e oggetto possiede un’abbondante backstory per chiunque sia curioso, ma presenta il tutto in un modo completamente accessibile alla gente comune che non ha mai preso in considerazione l’RPG.

Gli sceneggiatori e registi Jonathan Goldstein e John Francis Daley (insieme al co-sceneggiatore Michael Gilio, da una storia di Gilio e Chris McKay) hanno chiaramente un amore e una riverenza per questo universo (abbiamo citazioni di Mordenkainen e della ‘Mano di Bigby‘), ma evitano intelligentemente di imporre questa riverenza al loro pubblico.

Al di là che siate esperti frequentatori dei Reami Dimenticati quindi, in nessun momento di Dungeons & Dragons: L’onore dei Ladri si ha l’impressione che la conoscenza – o la mancanza di conoscenza – pregressa possa avere un impatto decisivo ai fini di una ‘corretta’ visione.

Il worldbuilding ricorda in qualche modo quello di I Guardiani della Galassia o del primo Star Wars, dispiegando un intero ecosistema ricco di mito e di creature affascinanti (una quantità impressionante delle quali è resa attraverso effetti pratici piuttosto creativi).

Gran parte delle informazioni che apprendiamo sui numerosi luoghi in cui la storia ci porta sono comunicate visivamente, e i due registi non permettono mai agli spiegoni di avere la precedenza sui personaggi e sull’azione, una qualità che lo pone automaticamente al di sopra di altri aspiranti saghe miseramente fallimentari del recente passato come Eragon Warcraft – L’inizio (la recensione).

A proposito di storia, tutto questo sarebbe ben poca cosa se non ci venisse fornito un motivo per interessarci agli eventi che si susseguono, e mentre le linee generali della trama possono indubbiamente apparire trite e familiari (andare in un posto, prendere il MacGuffin, usarlo per prendere un altro MacGuffin, usarlo per fermare il cattivo, ecc.), tale struttura semplicistica permette alla sceneggiatura di dare corpo a tutti i vari dettagli che rendono Dungeons & Dragons: L’onore dei Ladri superiore ai suoi simili, con una cura e una immaginazione che vengono applicate a ogni scambio di battute e sequenza movimentata.

Non va dimenticato che Jonathan Goldstein e John Francis Daley sono il duo che ci ha regalato Game Night – Indovina chi muore stasera? del 2018, tra le migliori commedie americane dell’ultimo decennio, quindi oltre ad essere un’avventura Sword and Sorcery divertente e un fantasioso heist movie, l’umorismo la fa da padrone.

Dungeons & Dragons L’onore dei Ladri film 2023Quando incontriamo per la prima volta l’irriverente bardo Edgin (Chris Pine) e l’appassionata barbara Holga (Michelle Rodriguez), sono imprigionati in una fortezza di ghiaccio in attesa della loro apparentemente sfortunata udienza per la libertà vigilata.

In un retroscena raccontato con efficacia ed entusiasmo da Chris Pine, apprendiamo che i due sono soldati divenuti ladri e che sono stati traditi da un loro compagno, il mellifluo Forge (Hugh Grant, memore del suo ruolo in Paddington 2). Dopo una fuga emozionante e discutibilmente necessaria (che coinvolge un Aarakocra, una creatura metà uomo e metà uccello), i due si rendono poi conto che il loro ex socio si è insediato come Signore di Neverwinter, coi tesori saccheggiati e la giovane di Edgin, Kira (Chloe Coleman), saldamente in suo possesso.

Amici e soci fino alla fine (il potenziale romantico viene messo a tacere fin dall’inizio), Edgin e Holga decidono che l’unico modo per salvare Kira e sconfiggere Forge è pianificare un colpo approfittando dei grandiosi giochi che stanno per tenersi in città. A tal fine, mettono insieme una squadra che comprende uno stregone profondamente insicuro (Justice Smith) e una druida tiefling (Sophia Lillis) e approfittano brevemente dell’aiuto di un paladino ridicolmente integerrimo (Regé-Jean Page) per una missione che li porterà dalla tana nel Sottosuolo di un drago particolarmente sovrappeso a un labirinto in continua evoluzione e pieno di trappole ingannevoli di ogni tipo.

Il cast è uniformemente dignitoso nel dare vita a questi personaggi, senza mai dimenticare di farli sembrare ‘reali’ e riconoscibili. Tutti guardano a Chris Pine, il cui carisma sornione si adatta perfettamente al tono che Goldstein e Daley stanno chiaramente cercando di ottenere in Dungeons & Dragons: L’onore dei Ladri. L’attore fa ridere con alcune battute brillantemente sardoniche ed è in grado di dare peso drammatico quando la situazione lo richiede. Lo stesso vale per Michelle Rodriguez, che è tanto abile nelle scene di lotta brutale quanto nel gestire il passato sorprendentemente tenero del suo personaggio. Il rapporto da buddy-comedy tra i due è un punto di forza inaspettato.

Regé-Jean Page non è presente nel film quanto la campagna pubblicitaria suggerirebbe, ma lascia comunque una forte impressione nei panni di questo paladino quasi cartoonescamente eroico. Il suo personaggio avrebbe potuto tranquillamente essere il protagonista di un’altra epopea fantasy più standard, senza dubbio meno divertente di questa, e la sua contrapposizione con il cast principale, molto più sciolto, è fonte di umorismo (il modo in cui esce di scena è tra le migliori gag di Dungeons & Dragons: L’onore dei Ladri).

Dungeons & Dragons L’onore dei Ladri filmNei panni del furfante contro cui la nostra squadra deve lottare, Hugh Grant – che pur ‘sparisce’ per gran parte del minutaggio – è invece un’affidabile mascalzone, che si diverte infiocchettare ogni discorso. A Justice Smith e Sophia Lillis viene dato meno da fare, ma entrambi portano a casa il risultato quando il momento lo richiede.

Durante i preparativi per l’uscita del film si è parlato molto di uno stile che si ispirerebbe a pietre miliari del fantasy più comico come La storia fantastica e Monty Python e il Sacro Graal, anche se su una scala paragonabile a quella della serie Il Trono di Spade.

Sebbene queste possano sembrare ambizioni elevate, non sono certo una descrizione del tutto errata del risultato finale. Dungeons & Dragons: L’onore dei Ladri mescola infatti atmosfere leggere in modo organico all’ambientazione fantasy, come ad esempio in una sequenza eccezionale dove la squadra viene a conoscenza di una grande battaglia del passato interrogando i cadaveri dei soldati caduti (gli echi di Pirati dei Caraibi non mancano).

Anche l’azione non è da meno: ogni scena è caratterizzata da un’inventiva della mdp e/o da un uso creativo della magia. In un panorama di blockbuster in cui gran parte di ciò che vediamo sembra essere stato creato con il pilota automatico, è allora interessante vedere un prodotto da 150 milioni di dollari di budget che punta all’equilibrio tra azione e commedia e che ottiene risultati così generosi su entrambi i fronti.

Sia chiaro, Dungeons & Dragons: L’onore dei Ladri non è assolutamente perfetto e quasi certamente flopperà al box office come accaduto a praticamente tutti i titoli venuti prima di lui nel post Harry Potter & Signore degli Anelli, nonostante la grossa pubblicità a D&D garantita da Stranger Things negli anni passati. Tutte le lodi fin qui tributate devono essere filtrate attraverso la lente del fatto che si tratta innanzitutto di un film di genere.

Questo mondo può contare su molti elementi bizzarri ed eccitanti che implorano di essere ulteriormente esplorati, ma ce ne sono molti che non possono fare a meno di sembrare estremamente familiari anche solo in virtù dei cliché legati al fantasy che hanno proliferato all’infinito al cinema e in TV fin dalla comparsa sugli scaffali del gioco di ruolo.

Dungeons & Dragons L’onore dei Ladri film grantLa villain principale del film, una maga rossa interpretata da Sarah Head, si presenta ad esempio benissimo a livello visivo, ma manca di caratterizzazione, con motivazioni che non vanno al di là dell’essere ‘genericamente malvagia’. E sebbene le creature portate in vita attraverso effetti pratici siano una gioia per gli occhi (pensiamo al felinesco tabaxi con pargolo), non tutte le creazioni in CGI ricevono pari amore e attenzione, con alcune scorciatoie evidenti nell’atto conclusivo.

Comunque, nonostante i suoi difetti, Dungeons & Dragons: L’onore dei Ladri è il tipo di esercizio di genere sfacciato che non si vedeva nel mondo del fantasy dai tempi di … Stardust?

Verso la metà del film i nostri eroi fanno una deviazione per visitare l’ex compagno di Holga. Non spoileriamo i dettagli, ma diciamo che c’è un incredibile cameo che la stragrande maggioranza delle persone potrebbe non cogliere al volo, e che va dritto al cuore di ciò che fa funzionare il film. In un momento di leggerezza e umanità tra due personaggi discutibilmente ‘umani’, che non serve a far progredire la trama, ci viene offerta una scena di tranquillità domestica che sembra quasi aliena in un mondo definito da magia e mostri. È molto divertente, ma anche molto triste, e tocca le corde di un’onestà emotiva che raramente si vede in mondo così soprannaturali.

Sono spezzoni come questo che fanno sì che un personaggio rimanga impresso. Che fanno sì che un film rimanga impresso. Ed è molto più facile accettare un’aspirante franchise quando si preoccupa abbastanza di lasciare un segno in chi lo guarda.

Ah si, c’è una breve scena mid-credits.

Di seguito – sulle note di Whole Lotta Love dei Led Zeppelin – trovate il secondo trailer italiano di Dungeons & Dragons: L’onore dei Ladri, nei nostri cinema dal 29 marzo: