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Voto: 6/10 Titolo originale: Dýrið , uscita: 12-08-2021. Regista: Valdimar Jóhannsson.

Lamb: la recensione del film islandese di Valdimar Johannsson

11/10/2021 recensione film di William Maga

C'è Noomi Rapace al centro dello spiazzante folk-drama d'esordio del regista

lamb noomi rapace film 2021

Lamb, opera di debutto Rated R di Valdimar Johannsson, è soltanto l’ultimo dei titoli esportati dall’Islanda che indica come i film provenienti da quell’angolo remoto di mondo potrebbero non essere esattamente i più appetibili per il pubblico mainstream. Il regista ha alle spalle una certa esperienza con le grandi produzioni internazionali, anche se dal mero punto di vista tecnico (è stato elettricista in cinque episodi di Il Trono di Spade girati proprio nell’isola nordica), ma quella presentata a Cannes e poi a Sitges è la sua prima opportunità dietro alla mdp. Il risultato, per chi riesce a superare il sostanziale ostacolo della sospensione dell’incredulità, è avvincente e spiazzante. Per quanto ridicola possa sembrare la sua premessa, la visione non si dimentica facilmente. Sedimenta.

La mitologia e il folklore sono pieni di ibridi metà umani e metà animali, dalle sirene ai centauri, fino al Minotauro, quindi accettarne l’apparizione anche in Lamb non è poi così irragionevole. Ciò che appare differente in questo caso, tuttavia, è che la realtà plasmata da Valdimar Johannsson è così schiettamente ‘ordinaria’ che gli elementi fantastici possono apparire stridenti e fuori luogo. Per apprezzare la portata principale servita dal regista, bisogna per forza accettarne allora l’assunto alla base. Questo è un pasto cinematografico cui manca infatti quel tipo di storia impervia che potrebbe sopravvivere a una semplice decostruzione logica.

lamb film poster 2021Lamb si apre con un prologo che descrive il vagabondare in POV di una qualche creatura (sentiamo il suo respiro affannoso) mentre erra per le pianure dell’Islanda rurale, spaventando cavalli e pecore. Il suo obiettivo finale non è chiaro e la vicenda (che si dipana in tre capitoli) si sposta presto oltre, per concentrarsi sui protagonisti umani.

Tuttavia, non dimentichiamo mai del tutto quella presenza invisibile, ed è uno degli elementi fondativi che Valdimar Johannsson utilizza per creare un’atmosfera di tranquillo terrore. Anche quando gli aspetti narrativi sembrano portare i personaggi verso lidi sereni, il tono generale ci dissuade dal pretendere troppo in termini di sviluppi edificanti.

Maria (Noomi Rapace) e Ingvar (Hilmir Snaer Guonason) sono una coppia di mezza età che alleva pecore nelle terre selvagge della loro isola. Senza figli e senza vicini, hanno solo i loro animali e l’un l’altro per farsi compagnia e la temperatura gelida del loro matrimonio allude a una tragedia passata. Resistono, forse più soli insieme di quanto non sarebbero da soli separatamente. È allora che il destino interviene. Una delle loro pecore partorisce “un dono”. L’agnellino è straordinario: una creatura metà umana e metà animale con la testa di una pecora e il corpo di una bambina umana.

Maria e Ingvar “adottano” la creatura e la chiamano Ada (con Maria che trova una soluzione permanente al problema della madre naturale del bambino). L’aggiunta di un nuovo elemento alla famiglia avvicina così la coppia alla ‘felicità’, almeno fino a quando l’arrivo del fratello di Ingvar, Petur (Bjorn Hlynur Haraldsson), ne sconvolge le dinamiche. Ex pop star, Petur è un vagabondo perennemente al verde la cui storia passata con Maria alimenta ulteriori tensioni. Allo stesso tempo, è chiaramente spaventato da Ada e decide che suo fratello e sua cognata potrebbero stare meglio senza la loro ‘figlia’.

Con solo tre personaggi umani in scena, non ci sono molti dialoghi. Valdimar Johannsson si affida a ciò che la cinepresa cattura per sviluppare i personaggi di Maria e Ingvar, soprattutto all’inizio. Campi lunghi e riprese prolungate diventano il pane quotidiano del regista. Ama catturare la nebbia mentre sale sulle montagne o scivola nella vallata dove vivono le greggi e i loro custodi. Lamb è un’esperienza visiva, che fa affidamento sul tono per rafforzare le sue debolezze narrative.

lamb film 2021Sebbene i tre attori siano solidi nelle rispettive performance, la creatura del titolo cattura troppo spesso l’attenzione della mdp e non è sempre una buona cosa. E se la combinazione di effetti speciali pratici e CGI che danno vita all’ibrido pecora/umano sia impressionante di per sé, c’è qualcosa di troppo ‘assurdo’ in Ada, specialmente quando è vestita con abiti da bambina.

Sembra quasi ‘qualcosa’ uscita da un film dei Monty Python, e questo può rendere difficile accettarla per gli spettatori. Ci sono tutti i segnali che Valdimar Johannsson sia stato ben a conoscenza del potenziale problema, motivo per cui sceglie di mostrare tutto in modo semplice e diretto, senza strizzare l’occhiolino al pubblico.

Il finale è scioccante, ma ha anche qualcosa da dire sulla legge karmica delle conseguenze. Si potrebbe obiettare che ci siano aspetti allegorici, ma nella migliore delle ipotesi restano oscuri. Lamb avrà più successo se approcciato come una fetta di mitologia oppure come una favola moderna cupa e deformata. Sebbene la creatura del titolo garantisca al film popolarità, Ada è poco più di un catalizzatore nelle relazioni dei personaggi e un mezzo con cui Valdimar Johannsson può esplorare la solitudine e l’isolamento in una terra che può essere dura e stoica quanto le persone che la abitano.

In attesa di capire se verrà mai distribuito dalle nostre parti, di seguito trovate il full trailer internazionale di Lamb: