Home » Cinema » Azione & Avventura » Venom (2018): la recensione del film di Ruben Fleischer

Voto: 5/10 Titolo originale: Venom , uscita: 28-09-2018. Budget: $116,000,000. Regista: Ruben Fleischer.

Venom (2018): la recensione del film di Ruben Fleischer

04/10/2018 recensione film di William Maga

Tom Hardy (ri)porta sul grande schermo il simbionte alieno dai denti affilatissimi in una strampalata buddy comedy che stravolge malamente la natura stessa del personaggio

Tom Hardy, Peggy Lu, and Sam Medina in Venom (2018)

In diversi momenti di Venom (le 29 cose da sapere sul film), personaggi all’apparenza intelligenti esprimono lo stesso sconcertante commento, ovvero che l’Eddie Brock di Tom Hardy, il cui corpo è stato forzatamente fuso con un organismo alieno senziente, stia semplicemente soffrendo di un comune e sconveniente parassita intestinale. Il 41enne britannico si immerge letteralmente all’interno di una vasca per aragoste – vive – in un ristorante elegante e comincia a sgranocchiare avidamente uno dei crostacei.

La cosa migliore da fare? Provargli la febbre. Hardy inizia a mutare violentemente durante una TAC alla testa di routine? Una cura farmacologica dovrebbe rimetterlo in sesto. Il protagonista si trasforma in una gigantesca creatura dai denti affilatissimi prima di divorare un criminale che sta minacciando la povera cassiera di un negozio di liquori? Fermiamoci ad osservarlo con stupore, ma niente panico!

È davvero complicato sospendere l’incredulità e tuffarsi in una storia di stampo fantastico quando la sceneggiatura lo scoraggia attivamente. Sì, questo è un cinecomic che non si prende troppo sul serio – una scelta che va comunque sempre incoraggiata -, ma è anche uno di quelli in cui i personaggi dicono e fanno cose improbabilmente stupide, nella misura in cui gli spiegoni e le osservazioni disinvoltamente ‘ignoranti’ (nel senso che ignorano cose lampanti) appaiono come un insulto solare all’intelligenza minima del pubblico.

Un peccato, perché il cast principale sembra crederci davvero, sopratutto Tom Hardy, coi suoi sudati attacchi di rabbia paranoide e la classica energia che esplode una volta che Venom si decide ad abbracciare il suo titolo e a lasciare gli ormeggi (soltanto – inspiegabilmente – dopo oltre 45 minuti …).

Detto questo, la in qualche modo intensa prova dell’attore inglese si scontra malamente con il tono altamente scherzoso impresso bizzarramente dalla squadra di sceneggiatori composta da Scott Rosenberg, Jeff Pinkner, Will Beall e Kelly Marcel e dal regista Ruben Fleischer (in precedenza noto come Benvenuti a Zombieland e Gangster Squad). Tom Hardy stesso ha rivelato che circa 40 minuti tra i suoi preferiti del girato di Venom sono stati tagliati in fase di montaggio, ma, indipendentemente dal fatto che questi momenti siano stati rimossi per garantire il PG-13 desiderato, si ha proprio la sensazione che questo non sia il risultato per cui lui abbia in origine firmato.

Da qualche parte sotto la superficie sono nascoste le tracce di un fanta-body-horror – qualcosa sulla scia di futuristici thriller virali come Life – Non Oltrepassare il Limite (che per diverso tempo si era rumoreggiato fosse proprio un clamoroso prequel di Venom), Prometheus e Upgrade (con gli ultimi due che, curiosamente, sono interpretati dal ‘sosia’ di Hardy, Logan Marshall-Green), ben più oscuri, più audaci, più pericolosi.

Purtroppo, Venom è essenzialmente Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde ripensato come una strampalata buddy comedy sugli scambi di corpo, con l’omonimo antagonista lanciato come una sorta di insolente spalla / alter-ego, che prima con aggressività coopta il giornalista tutto d’un pezzo – ma per un’oscura ragione descritto come uno sfigato totale, senza alcun amico – e poi si intenerisce e diventa la sua coscienza coi languorino da tenere a bada (per inciso, Ruben Fleischer è stato legato un paio di anni fa a un adattamento in lungometraggio della miniserie della BBC Jekyll insieme a Chris Evans …).

In ogni caso, diversamente dal fumetto, Eddie Brock è un reporter televisivo che cura il “The Eddie Brock Report”, striscia molto apprezzata dal suo direttore nella quale si occupa di dare voce ai più deboli e a smascherare loschi inciuci politici, che ha la tendenza a innervosire le persone con le domande sbagliate. Il suo ultimo incarico / bersaglio è il magnate Carlton Drake (Riz Ahmed, quasi sicuramente uno dei cattivi più insipidi e peggio scritti di sempre), la cui Life Foundation è impegnata a perseguire la colonizzazione dello spazio con qualsiasi mezzo eticamente discutibile il suo CEO egomaniaco ritenga necessario.

A completare la trinità centrale di attori drammatici e fino ad ora rispettabili che hanno deciso di cadere in questa golosa trappola in cambio di un bell’assegno, è Michelle Williams, la fidanzata e avvocato in carriera di Eddie Brock, Anne Weying. La loro relazione si interrompe bruscamente – ma senza grossi pianti – dopo che l’uomo decide di aprire una e-mail di lavoro confidenziale della compagna, che implica direttamente Drake nella morte di tre volontari in un misterioso esperimento medico.

Questo semplice atto di tradimento domestico ha come risultato che entrambi perdono il lavoro in 24h e soprattutto mette in moto una sequenza di eventi con conseguenze di ben più vasta portata e devastanti (un suggerimento per gli aspiranti avvocati là fuori: se vi capita di uscire con un giornalista scurrile, assicuratevi di disabilitare le notifiche push sul vostro browser web …). Potreste ricordare che il debutto sul grande schermo di Venom era arrivato già nell’ultimo tassello della trilogia di Sam Raimi, Spider-Man 3 del 2007, interpretato dal bistrattato Topher Grace.

È stato recentemente riportato, tuttavia, che il personaggio si è unito a quella particolare festa solamente per espresso volere del produttore Avi Arad e nessun altro (in origine Sam Raimi avrebbe voluto infatti introdurre l’Avvoltoio). Il secondo tentativo da parte della Sony è non difficilmente un netto miglioramento in termini di lancio e di sviluppo del personaggio, e anche la CGI con cui sono stati interamente realizzati i simbionti è superiore (e ci mancherebbe pure), ma siamo comunque ben lontani da una resa soddisfacente.

Nel suo tentativo di rivolgersi a un pubblico mainstream, Venom è una classicissima – e prevedibilissima – storia delle origini trita e ritrita che cade rovinosamente nelle troppe concessioni, che equivalgono a minare l’attrazione essenziale suscitata dal personaggio, che deriva quasi essenzialmente dalle sue tendenze spietate e omicide (almeno agli inizi di carriera).

“Il mondo ha già abbastanza supereroi”, recita lo slogan del film. Verissimo, ma qui ci troviamo di fronte a un’assurda quanto ripulita (re)interpretazione dell’acerrimo nemico dell’Uomo Ragno della Marvel, una quasi macchietta para-psicotica ulteriormente azzoppata da un doppiaggio indegno.

Se l’ormai ‘metro di paragone’ Deadpool è lontanissimo, nemmeno film come The Mask – a cui sembrano aver guardato a tratti gli sceneggiatori – sono dietro l’angolo. Sono così tante le scelte artistiche sbagliate che è difficile stilarne un elenco (e ci sono incredibilmente addirittura svariati punti in comune col The Predator di Shane Black (la recensione), altro pasticcio che opta per toni ilari invece che per i più consoni seriosi e/o drammatici).

Alcuni aspetti di Venom sembrano poi usciti da un cinecomic realizzato nel 2004 (una supposta ingenuità che non intenerisce affatto …), cioè prima che i film del MCU e i Batman di Christopher Nolan cambiassero per sempre il modo in cui gli spettatori devono guardare un lungometraggio coi supereroi. Per i più attempati, potrebbe invece innescare ulteriori rimpianti per obliati B-movie sci-fi degli anni ’80 come L’alieno di Jack Sholder, tanto poveri quanto dannatamente efficaci.

Una curiosità: a un certo punto, Anne nota che certe frequenze sonore sono come la “kryptonite” per il simbionte dalla lunga lingua, lasciando intendere che in questo angolo di Universo Cinematografico (Non) Marvel la DC Comics sia conosciuta. Sfortunatamente, Venom dimostra anche come i cattivi processi decisionali che hanno afflitto così tante recenti produzioni della DC / Warner possano esistere anche nelle pellicole che recano il marchio Marvel impresso sui titoli di testa.

Ah, sono presenti due scene dopo i titoli di coda: la prima piuttosto ‘telefonata’ ma che serve ad anticipare il probabile sequel; la seconda completamente inspiegabile e scollegata …

Di seguito il secondo full trailer italiano di Venom, nei nostri cinema dal 4 ottobre: