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Riflessione: Demi Moore e Brendan Fraser, corsi e ricorsi dell’ipocrisia di Hollywood

06/01/2025 news di Gioia Majuna

Le carriere dei due attori sono lo specchio di un'industria

demi moore e brendan fraser

Brendan Fraser e Demi Moore hanno rappresentato due figure iconiche di Hollywood che, pur seguendo percorsi artistici differenti, hanno condiviso una storia sorprendentemente simile, fatta di successi straordinari, periodi di declino e ritorni trionfali.

Entrambi hanno infatti saputo attraversare l’altalena dell’industria cinematografica, vivendo momenti di gloria, cadute rovinose e riscatti sorprendenti. Fraser, nato il 3 dicembre 1968, e Moore (11 novembre 1962), appartengono a generazioni vicine e hanno vissuto il loro primo grande successo negli anni ’90, un’epoca in cui Hollywood cercava volti nuovi e carismatici da vendere.

Per la Moore, la svolta è arrivata già nella metà degli anni ’80 con St. Elmo’s Fire (St. Elmo’s Fire, 1985), un film che l’ha consacrata come parte del “Brat Pack”, il gruppo di giovani attori simbolo della cultura pop del decennio. Il suo carisma naturale, unito a una bellezza magnetica, l’ha portata a diventare una delle attrici più richieste, raggiungendo il picco con film come Ghost – Fantasma (Ghost, 1990), Codice d’onore (A Few Good Men, 1992) e Proposta indecente (Indecent Proposal, 1993).

La sua immagine è diventata sinonimo di sensualità e forza, elementi che ha esplorato appieno in film come Striptease (Striptease, 1996), un’opera controversa che, nonostante le critiche, ha cementato il suo status di star.

Demi Moore, Robert Redford in Proposta indecente (1993)Brendan Fraser ha invece seguito un percorso differente, costruendo il suo successo su ruoli che richiedevano una combinazione di fisicità e carisma. Dopo un inizio di carriera in sordina, è esploso negli anni ’90 con George re della giungla…? (George of the Jungle, 1997), dove la sua immagine atletica e il tono comico hanno conquistato il pubblico. Il vero trionfo è arrivato con La Mummia (The Mummy, 1999) e i suoi sequel (La Mummia – Il ritorno, 2001 e La Mummia: La tomba dell’Imperatore Dragone, 2008), che lo hanno reso un’icona del cinema d’avventura.

Il pubblico lo ha associato a ruoli eroici e spettacolari, ma dietro questa immagine si è nascosto un attore capace di grande sensibilità. Fraser e Moore, pur dominando Hollywood nei rispettivi generi, hanno condiviso una pressione costante legata alla loro immagine pubblica.

Per la Moore, questa pressione si è intensificata negli anni ’90, quando è diventata l’attrice più pagata dell’epoca ma anche una figura oggetto di scrutinio per ogni scelta artistica e personale. Film come Soldato Jane (G.I. Jane, 1997), pur mostrando il suo impegno fisico e il coraggio di rompere gli stereotipi di genere, non hanno avuto il successo sperato, e la sua carriera ha cominciato a rallentare, complice una stampa più interessata alla sua relazione con Ashton Kutcher che ai suoi progetti cinematografici.

Fraser, dal canto suo, ha dovuto affrontare un declino legato a una serie di fattori. Oltre ai ruoli di richiamo che hanno iniziato a diminuire dopo il 2008, l’attore ha subito una serie di gravi infortuni durante le riprese dei suoi film d’azione, causati dal suo impegno nel realizzare personalmente molti degli stunt.

Questo lo ha costretto a sottoporsi a numerosi interventi chirurgici, tra cui una laminectomia, operazioni al ginocchio e una parziale sostituzione dell’anca. A questo si è aggiunto il trauma emotivo di un’accusa di molestie sessuali contro Philip Berk, potente ex presidente della Hollywood Foreign Press Association, avvenuta nel 2003.

la mummia 1999 fraser filmL’attore ha rivelato anni dopo che l’episodio lo ha lasciato profondamente segnato, contribuendo a un periodo di depressione e a quello che percepiva come un ostracismo da parte dell’industria. Questi fattori lo hanno allontanato progressivamente dai grandi schermi, spingendolo a partecipare a progetti minori o a prestare la voce a film animati come Fuga dal pianeta Terra (Escape from Planet Earth, 2013).

Questi eventi hanno messo in luce un lato ipocrita di Hollywood, che ha accolto e glorificato Fraser e la Moore per poi marginalizzarli quando non rispondevano più ai rigidi standard dell’industria. Demi Moore, che per anni è stata una delle attrici più pagate e potenti, è stata giudicata più per il suo aspetto fisico e le sue scelte personali che per il suo talento, subendo il sessismo e l’ageismo di un sistema che non lascia spazio alla complessità delle donne mature.

Brendan Fraser ha dovuto affrontare un’industria che si è voltata dall’altra parte di fronte alla sua denuncia contro Philip Berk e che non ha saputo accettare la trasformazione del suo corpo dopo anni di ruoli fisicamente impegnativi. Entrambi hanno rappresentato per Hollywood una risorsa solo finché si adattavano ai suoi standard estetici e narrativi.

Il loro momento di “resurrezione” è arrivato grazie alla visione di due registi straordinari: Darren Aronofsky e Coralie Fargeat. Aronofsky ha scelto il quasi 55enne Fraser come protagonista di The Whale (2022), vedendo in lui l’unico attore in grado di incarnare la vulnerabilità, il rimorso e la speranza di Charlie, un uomo afflitto dall’obesità patologica e dal peso delle sue colpe.

the whale film brendanLa trasformazione fisica e emotiva di Fraser per il ruolo ha colpito profondamente il pubblico e la critica, culminando con l’Oscar come miglior attore. Aronofsky ha dichiarato di essere stato attratto dall’umanità di Fraser, dal suo modo di trasmettere empatia e dalla sua capacità di portare sullo schermo il peso di una vita complicata, rendendo il personaggio di Charlie credibile e universale.

Demi Moore, invece, ha trovato la sua rinascita grazie a Coralie Fargeat, che l’ha voluta come protagonista di The Substance (2024), per cui si è appena aggiudicata un Golden Globe. La regista, celebre per il thriller Revenge (2017), ha visto nell’ultrasessantenne Demi Moore un’artista capace di incarnare un ruolo complesso, che esplorava i temi della femminilità, del controllo e della percezione del corpo.

L’attrice, dopo anni in cui era stata sottovalutata, ha colto quindi questa opportunità per riaffermarsi come attrice di talento e capace di stupire tutti. Coralie Fargeat ha lodato il suo coraggio di rimettersi in gioco, portando sullo schermo la sua vulnerabilità e la sua forza, elementi che derivano anche dal suo percorso personale e artistico.

Tuttavia, la vita di Brendan Fraser dopo l’Oscar evidenzia ancora una volta le contraddizioni di Hollywood. Nonostante il clamoroso successo di The Whale, ha infatti partecipato solo a due altri progetti: Killers of the Flower Moon di Martin Scorsese, dove ha ricoperto un ruolo secondario, e Brothers, un titolo distribuito direttamente su Prime Video nel 2023, passato quasi inosservato. Questo silenzio attorno ai suoi nuovi progetti dimostra che, anche dopo un Oscar, Hollywood non sempre sa come valorizzare una carriera rinata, preferendo celebrare momentaneamente la storia di riscatto senza offrire un vero supporto strutturale.

the substance film demi moore 2024Guardando a Demi Moore, il suo percorso post-The Substance potrebbe seguire una strada simile. Pur avendo dimostrato di essere un’interprete ancora rilevante, è probabile che debba affrontare ulteriori ostacoli, considerando le dinamiche di un’industria che fatica a offrire ruoli significativi alle donne sopra i 60 anni.

Se Fraser rischia di essere ricordato solo per il suo momento trionfale con The Whale, Moore potrebbe quindi vedere confinata la sua carriera a progetti indipendenti o internazionali, nonostante il suo talento e la sua capacità di reinventarsi.

La loro parabola, pur rimanendo un esempio di resilienza e forza interiore, rappresenta una critica silenziosa a un sistema che celebra solo quando è conveniente. Il futuro dei loro percorsi, e il modo in cui l’industria deciderà di valorizzarli, sarà un test importante per la capacità di Hollywood di andare oltre i pregiudizi e riconoscere il valore autentico del talento, al di là delle mode del momento.

Di seguito trovate il full trailer doppiato in italiano di The Substance: