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Voto: 7.5/10 Titolo originale: Devs , uscita: 05-03-2020. Stagioni: 1.

Devs | La recensione della serie cyber esistenzialista di Alex Garland

29/04/2020 recensione serie tv di William Maga

Nick Offerman e Sonoya Mizuno sono i protagonisti di un'opera in 8 parti a combustione lenta che riflette i temi cari all'autore, che sfida in modo sfacciato e audace gli spettatori

devs serie 2020

Il 49enne Alex Garland sembra affascinato dagli estremi dell’amore e della colpa. Coi suoi film di fantascienza intellettuale, tra cui Annientamento (la recensione), Ex Machina e 28 Giorni Dopo, si è guadagnato una solida reputazione per la scrittura e la regia di storie straordinariamente angoscianti. Ma, sebbene i suoi lavori potrebbero stupire il pubblico con immagini drammatiche e scenari orribili che coinvolgono zombi e mostruose creature aliene, hanno sempre un nucleo profondamente umano. Questa dinamica continua ora nella miniserie di fanta-thriller Devs, presentata in anteprima su Hulu (in accordo con FX).

devs serie 2020 poster“È una cosa straordinaria fin dove ti porterà l’amore. La strada che percorrerai. Le distanze a cui ti spingerai”, dice il tormentato magnate della tecnologia Forest (Nick Offerman, Parks and Recreation) a un certo punto dello show. L’uomo ha perso sua figlia piccola in un incidente d’auto del quale si ritiene responsabile, ed è diventato quasi pazzo per il senso colpa. Sta cercando la salvezza attraverso il Devs, un misterioso e segretissimo progetto che recluta i programmatori migliori e più brillanti d’America.

Lui non è tuttavia l’unico personaggio guidato nelle proprie azioni dall’amore perduto. Devs segue per la gran parte del tempo Lily Chan (Sonoya Mizuno, Ex Machina e Maniac), un’esperta di crittografia che lavora per la società molto simile a Google di Forest, la Amaya, insieme al suo fidanzato programmatore di Intelligenza Artificiale Sergei (Karl Glusman). Quando quest’ultimo scompare poco dopo essersi unito al Devs, la ricerca di Lily per scoprire cosa gli è successo la porta lungo un sentiero pericoloso, in cui apprende la vera natura del Devs e cosa Forest è disposto a fare pur di proteggere il programma. In cerca di aiuto, Lily recluta così il suo ex fidanzato Jamie (Jin Ha), che non ha mai smesso di amarla e spera di dimostrare che è degno di una seconda possibilità.

Ancorando la storia ad emozioni inebrianti come l’amore e il senso di colpa potrebbe sembrare una ricetta perfetta per un melodramma, ma le performance sono in gran parte attenuate, il che rende i pochi scoppi di vera passione o di paura davvero impressionanti al confronto. La 33enne Sonoya Mizuno trasmette sottilmente una vasta gamma di sensazioni, sia che stia fissando la compagna di Forest, Katie (Alison Pill, Star Trek: Picard) con uno sguardo duro mentre chiede risposte, o semplicemente esprimendo una tranquilla esasperazione e solitudine mentre si siede nel suo appartamento vuoto e mente a sua madre su quanti amici abbia realmente.

Alison Pill è particolarmente inquietante, quasi disumanamente impassibile di fronte a violenze terribili e incredibili rivelazioni drammatiche. Nick Offerman è stata invece una brillante scelta di casting, se non altro basandosi sull’imponente qualità paterna che ha dimostrato in Parks and Recreation (a fasi alterne, è un geniale hippie o un nichilista assetato di potere.) Allo stesso modo, Zach Grenier accresce la malizia che ha mostrato come antagonista ricorrente nella serie The Good Wife per diventare in Devs davvero terrificante nel ruolo di capo della sicurezza della Amaya, Kenton.

Tali antipatiche performance sono accompagnate dalle scelte visive, che giustappongono l’iconografia religiosa con le atmosfere di un campus universitario di una società tecnologica di San Francisco. Il percorso che porta al centro del Devs presenta sequoie circondate da aloni a LED, e il progetto stesso è ospitato all’interno di una struttura perennemente immersa nell’abbagliante luce dorata, dove gli esperimenti scientifici vengono eseguiti su un tavolo da laboratorio che ricorda notevolmente un altare d’oro zecchino.

devs alex garland serie hulu fx 2020In Sunshine e Annientamento, Alex Garland aveva precedentemente esplorato lo scontro tra scienza e religione e come la mente umana si muove di fronte a forze al di là della sua comprensione. In Devs, approfondisce ulteriormente quel conflitto. Tuttavia, meno si parla della trama, meglio è, poiché gran parte della serie ruota proprio attorno al lento disvelamento del suo mistero centrale. La storia ha un significativo debito creativo con la trilogia di Matrix, condividendo il suo uso del simbolismo religioso e concentrandosi sulle implicazioni filosofiche ed esistenzialiste delle simulazioni al computer immersive.

Il regista però rifugge l’azione, in favore della tensione psicologica e delle fantastiche analisi che rendono Devs un prodotto che ricorda maggiormente Arrival di Denis Villeneuve. Lo show inizia come un thriller di cospirazione che coinvolge spie internazionali e rappresentazioni straordinariamente accurate di hacking, ma presto si evolve in una storia profondamente filosofica sulla natura dell’universo, il determinismo e il libero arbitrio.

Il ritmo compassato può essere scoraggiante per alcuni e almeno uno degli 8 episodi complessivi da 45 minuti circa della serie avrebbe potuto essere facilmente accorciato se Alex Garland avesse dedicato meno alle riprese del rumoroso traffico di San Francisco o del campus della Amaya, seppur immagini necessarie a stabilire il mood generale, peraltro accompagnate da una musica liturgica o dolorosamente atonale. Siamo di fronte a una TV di alto livello in tutta la sua decadenza, costruita metodicamente come una cattedrale medievale. Lo showrunner chiede al pubblico di credere che se continuerà a guardare, i pezzi si uniranno per produrre qualcosa di assolutamente affascinante e stimolante.

Alla fine è davvero così, ma gli spettatori devono essere disposti ad accettare il percorso tortuoso verso la ‘ricompensa’, che include lezioni letterali sulla fisica quantistica, estesi primi piani su persone che reagiscono a un misterioso esperimento che coinvolge un topo morto e un personaggio minore che recita versi di William B. Yeats per lasciare che lo spettatore sappia che la situazione sta per precipitare. La trama e l’azione sono distribuite con parsimonia, ma il formato ridotto (e autoconclusivo) della miniserie garantisce se non altro che tutto sarà rivelato a tempo debito, il che la pone davanti a tanti altri drama in cui gli sceneggiatori devono ttrascinarsi avanti finché gli ascolti reggono.

Nick Offerman in Devs (2020)Il plot occasionalmente va ‘alla deriva’, per toccare questioni relative a temi scottanti e attuali come lo spionaggio informatico e il potere fuori misura che le società tecnologiche esercitano sulla politica americana. Questi sottofiloni vengono comunque accantonati quasi con la stessa rapidità con cui sono gettati nel mezzo della narrazione, ma aiutano in ogni caso a costruire e arricchire la complessa rete di relazioni che garantisce il nucleo emotivo della serie.

Sono inoltre necessari per inquadrare i problemi che Alex Garland sta davvero cercando di esplorare in Devs, che sono poi gli stessi che hanno definito la sua carriera cinematografica fino ad oggi, in modo sfacciato, audace, appassionatamente curioso, che sfidano i suoi ‘seguaci’.

L’egoista Forest a un certo punto menziona che l’Homo sapiens ha trascorso 5.000 anni vivendo in grotte e dipingendone le pareti con variazioni delle stesse immagini. La nostra specie si è evoluta lentamente, e ora esiste in un mondo in cui la tecnologia ci obbliga ad adattarci ai cambiamenti tecnologici e sociali fondamentali nel corso di qualche mese o addirittura solo poche settimane. Potremmo pensare che il nostro intelletto ci permetta di elaborare questi progressi e gestire qualsiasi crisi, ma siamo ancora governati da emozioni primordiali. L’amore e il dolore ci rendono irrazionali, spingendoci a compiere azioni che altrimenti non eseguiremmo. Di fronte a forze aliene, a piaghe apocalittiche o alle leggi fondamentali dell’universo, Alex Garland sostiene che la natura umana ci costringerà sempre a respingerle. Potrebbe non essere salutare, o addirittura sensato, ma è quello che siamo.

Per chiarimenti sul significato del finale, vi rimandiamo al nostro approfondimento (con la spiegazione dello stesso Alex Garland).

Di seguito trovate intanto il full trailer internazionale di Devs: