9 cose da sapere su Logan – The Wolverine secondo il regista James Mangold
27/02/2017 news di Sabrina Crivelli
Per l'ultimo capitolo delle avventure del mutante più famoso del grande schermo si è deciso di dare un taglio netto col passato, per sorprendere gli spettatori e provare a cambiare rotta nel mare dei cinecomic
Con l’arrivo nelle sale italiane previsto per l’1 marzo di Logan – The Wolverine (la nostra recensione), ultimo – in tutti i sensi – capitolo del prolifico spin-off degli X-Men incentrato sul tenebroso e combattivo mutante dallo scheletro di adamantio, sale la curiosità sulla nuova immagine che James Mangold ha voluto conferire per il suo canto del cigno al protagonista, Hugh Jackman. Distante dal tipo di cinecomic a cui siamo stati abituati e molto più maturo e impegnato, il regista ha in diverse occasioni spiegato cosa intendeva realizzare nella sua pellicola, ambientata in parte sul confine messicano nel 2029, ovvero in un futuro prossimo distopico ma quantomai vicino alla nostra realtà.
Riportiamo dunque quanto dichiarato da Mangold, il quale ha diretto nel 2013 Wolverine – L’immortale (The Wolverine), in merito all’opportunità di poter tornare a lavorare sul personaggio:
1) Bisogna ringraziare in parte il film di Deadpool e la serie Il Trono di Spade se Logan è stato realizzato
Deadpool ha di certo rappresentato un netto stacco dalle convenzioni legate ai supereroi Marvel e forse la più significativa di tutte è stata di essere bollato come V.M. 18, che tuttavia non ha un avuto un impatto negativo sul risultato al botteghino, anzi. “Stavamo lavorando sul copione prima che Deadpool uscisse, ma penso che [il suo successo] abbia aiutato sicuramente lo studio a firmarci l’assegno”, ha spiegato Mangold.
Inoltre, l’ascesa della televisione via cavo e “di provocatorie produzioni per adulti come Il Trono di Spade (Game of Thrones)” è stata altrettanto cruciale. “Hanno costretto gli studios a ripensarsi. Come potremo far sì che gli adulti lascino le loro case, quando c’è grande un palinsesto sui loro televisori che è così maturo, sofisticato e stimolante, mentre quello che realizziamo noi al cinema è destinato solo a dodicenni? ”
2) Troveremo un Wolverine e un Professor Xavier mai visti prima
L’immagine proposta di un Logan debole e di un ancor più debole Charles Xavier (Patrick Stewart) rivela e struttura tutto un altro tipo di pellicola rispetto agli altri capitoli degli X-Men, spesso oscuri, ma in ultima analisi pieni di speranza. “E’ stato davvero unico per me prendere parte a una pellicola sui supereroi in declino, nel crepuscolo della loro vita, alle prese con problemi di mezza età”. Più nello specifico, si tratta dello straziante rapporto tra Logan e Charles, simile a quella di un adulto rimasto ancora infantile e dei genitori in difficoltà, con Xavier afflitto da una grave forma di Alzheimer.
“Non sono interessato a realizzare uno show televisivo in cui devo continuare semplicemente a riproporre lo stesso tipo di scelte ogni settimana”, ha continuato il regista, “ho solo cercato di portarlo a un livello più umano, più crudo e più intenso”.
3) Il titolo è stato una delle principali fonti di discussione
Un titolo che non fa alcun riferimento a Wolverine (in originale almeno …) ha reso assai nervose molte persone, ha ammesso Mangold. “E’ un marchio, Wolverine, e penso che per Hugh Jackman e per me il vero punto sia stato quello di allontanarci dal marchio, di allontanarci da ciò che era sicuro, di non aggrapparci più allo stesso marketing vecchio stile. Dalla musica, alle riprese, alla sceneggiatura, allo stile di recitazione, di costumi, di make-up, penso che l’unica cosa su cui ho davvero vigilato con attenzione durante l’intero processo sia stato ‘come possiamo cambiarlo?’ ”
4) La misteriosa figura di Laura cambierà tutto per il protagonista
Mangold ha mantenuto un certo riserbo sull’undicenne Laura – meglio nota agli appassionati di fumetti come X-23 – che clone – e addirittura figlia (nell’universo alternativo di L’era di Apocalisse) – di Logan. “Quello che sta arrivando nella vita di Logan è il riflesso piuttosto intenso di se stesso. Lo porterà a porsi delle domande non solo sul suo impegno e la sua capacità di proteggere Charles, ma anche sulla sua attitudine paterna a proteggere questa bambina”.
“E’ stato difficile selezionare una interprete per il ruolo, ma lo senti quando qualcuno ti colpisce…” ha aggiunto in riferimento a Laura, paragonando quanto le sue sensazioni durante il casting di Dafne Keen a quelle avute quando Angelina Jolie aveva letto le battute del copione di Ragazze Interrotte. “[La Jolie] riusciva a inchiodarti, era bollente e non c’era alcun dubbio a quel punto. Lo sai. E quando ho incontrato Dafne, è stato così. Era la ragazzina giusta e sarebbe potuta essere solo lei.”
5) Patrick Stewart vi spezzerà il cuore
Davvero. Questa è la performance più complessa e toccante di Stewart da quando incarna il Professor X, la cui malattia degenerativa del cervello lo rende ugualmente vulnerabile e pericoloso. Mangold si è chiesto: “Che cosa potrebbe essere più pericoloso del cervello più potente al mondo con il morbo di Alzheimer?”
6) L’elezione di Donald Trump ha reso il film quanto mai attuale
Logan si svolge in parte sul confine messicano assediato in un distopico futuro prossimo. “Tutti percepiamo i disordini e il nazionalismo e gli sconvolgimenti al di là del confine, nonché l’antipatia nei confronti degli immigrati in questo paese”, spiega James Mangold. “Eravamo desiderosi, chiunque sarebbe stato eletto, di usare un po’ di quel reale sentimento per creare un motivo per cui Logan si ritirasse. Quando il paese è così, come si fa combattere o a proteggere le persone?”
7) Le evoluzioni trumpiane conferiscono anche un diverso significato ai mutanti
Il significato simbolico di “mutanti” e l’ostilità della società nei loro confronti è cambiato nel corso della storia, anche se è più spesso letta come un’allegoria per il movimento LGBTQ. “E’ sempre l’altro”, spiega James Mangold, notando che nel clima politico attuale, “l’altro ha significati potenziali più numerosi che mai. I mutanti sono perseguitati, inesorabilmente perseguiti e costretti a vivere nella clandestinità, e questo è potente sia che lo si legga come un commento in materia di immigrazione o di diritti degli omosessuali, o della disuguaglianza razziale.”
8) Logan non giocherà più secondo le regole degli altri film di supereroi
Tutti gli appassionati del genere sanno che il terzo atto in un cinecomic, che si percepisce un po’ come obbligatorio, è sempre all’insegna del cataclisma. “Distruggeremo una città! No, distruggeremo cinque città! Aggiungiamo uno tsunami! E facciamo schiantare una meteora su quella città! C’è una corsa agli armamenti sempre presente in questi film. E a un certo punto è come servisse una pausa”.
Viste le dichiarazioni, ci aspettiamo che l’azione si concentrerà molto meno sui cliché legati a Wolverine – gli artigli, la forza e i muscoli che sfidano ogni logica. “Se non troviamo un modo originale di fare le cose, diventeremo la parodia di noi stessi. Penso che lo abbiamo [e con ‘noi’ si intende la saga di Wolverine] già rischiato”.
9) Logan potrebbe essere ambientato in una realtà completamente diversa da quella vigente nel resto della saga degli X-Men
Come possa coesiste la saga dei mutanti creati da Stan Lee e Jack Kirby con il peculiare film da solista di Wolverine è parecchio oscuro. “C’è una scena in cui Logan trova un fumetto degli X-Men con se stesso in copertina. La mia sensazione quando sceneggiavo era: non sarebbe interessante se gli ultimi X-Men rimasti in vita vivessero in una realtà in cui è presente la loro leggenda ed esistessero i fumetti e le action figures a rappresentare ciò che sono stati? Una volta, nel loro periodo d’oro”. Logan, ormai in declino, “non riesce a sopportarne la vista, perché sembra falso, o esagerato, o non come la vita che vuole ricordare”.
Il risultato di questa sequenza, secondo il regista, è che tutti gli altri film possono essere ri-contestualizzati. “Sono gli altri film soltanto storie avvenute all’interno di questo mondo, questi più luccicanti ed esagerati racconti, e con questo film stiamo ora invece vivendo la monotona, cruda realtà dell’essere Wolverine? E’ stimolante”.
Che si tratti di un diverso approccio al personaggio non c’è dubbio alcuno. Se sorge naturale più di un dubbio sulla chiave forse un po’ troppo patetizzata di Wolverine come del Professor X – i più insofferenti al sentimentalismo potrebbero esserne a tratti infastiditi -, l’estremo sfoggio di violenza, con morti a profusione, squartamenti ed uso di artigli senza economie, susciterà una fascinazione negli amanti del personaggio del fumetto, Logan, che torna a mostrare a il suo lato più ferino. D’altra parte, per sapere se la sceneggiatura e la nuova interpretazione di Wolverine possano funzionare senza risultare troppo emotive, dovrete verificarlo di persona sul grande schermo.
Il trailer italiano di Logan – The Wolverine:
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