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Voto: 5/10 Titolo originale: Doctor Sleep , uscita: 30-10-2019. Budget: $45,000,000. Regista: Mike Flanagan.

Doctor Sleep: la recensione del film di Mike Flanagan che porta Ewan McGregor all’Overlook

01/11/2019 recensione film di Sabrina Crivelli

Il regista adatta tra alti e bassi l'omonimo romanzo di Stephen King, facendo quel che può tra doverosi omaggi a Shining, nuove luccicanze e fanbase esigente

Ewan McGregor in Doctor Sleep (2019)

Si sa, non è facile adattare i libri di Stephen King. I numerosi fallimenti – o quanto meno i molti risultati mediocri – ne sono la dimostrazione (la nostra riflessione a riguardo). I recenti La Torre Nera (la recensione) di Nikolaj Arcel o Pet Sematary (la recensione) di Kevin Kölsch e Dennis Widmyer ne sono un inconfutabile esempio. IT di Andy Muschietti ha forse diviso maggiormente gli spettatori, ma non si può certo dire – in particolare del Capitolo Due (la recensione) – che sia una puntuale resa del complesso e sfaccettato capolavoro del ‘Re del brivido’.

Non si poteva, quindi, che essere insieme intrigati e parecchio preoccupati (da lettori, come da cinefili), quando si è parlato di portare sul grande schermo Doctor Sleep con Mike Flanagan alla regia (già cimentatosi un paio di anni fa con le trasposizioni da King con Il Gioco di Gerald per Netflix), ovvero il sequel di Shining, pietra miliare della letteratura del terrore poi tradotta su pellicola in maniera tanto libera quanto geniale da Stanley Kubrick nel 1980.

Doctor-Sleep - film Poster-2019Ebbene, come in molti altri precedenti casi, ultimo probabilmente il sopracitato IT, schiacciato da così tante aspettative, Mike Flanagan è stato sostanzialmente incapace di concretizzare al meglio su video quelle atmosfere impalpabili e terrificanti e – forse ancor di più – quella narrazione erratica ed estremamente stratificata che rendeva l’originale cartaceo (già di per sé non certo uno dei migliori dell’autore …) degno di lettura. Come spesso è accaduto, le idee e le suggestioni di cui sono intrise le pagine vengono sì via via messe in scena, ma forse la loro semplificazione, forse il fatto che le parole siano tradotte in più immediate immagini per gli occhi, fa perdere al cinema gran parte del loro fascino.

Va sottolineato, peraltro, che il regista e sceneggiatore, nella sua riscrittura di Doctor Sleep si sia preso indubbiamente – e necessariamente – parecchia libertà (omissioni o variazioni anche non indifferenti, come spesso accade d’altronde), ma in fondo gli aspetti fondamentali o i punti salienti permangono. Eppure, l’effetto è assai  diverso e piuttosto deludente su pellicola, a volte quasi grottesco, e i problemi non pertengono il processo di ‘cinematizzazione’ di una fonte letteraria o la fedeltà con cui viene realizzata.

Non si tratta di critiche da purista di chi troppo ha amato il materiale originario che sottolinea e s’indispettisce di questo o quel cambiamento, ma del modo stesso in cui le scene sono girate e pensate. E ciò è assai più grave: se un adattamento non rispetta alla lettera il libro da cui discende non per forza è un problema (al contrario con Stephen King è quasi un bene, basti pensare sempre a Shining o anche a Carrie – Lo Sguardo di Satana), ma se prendendo il film a sé stante, questo vacilla parecchio (ripreso puntualmente o meno), allora è tutto un altro discorso.

La peggior colpa in questo caso diventa un eccesso d’amore – o di forzata ossequiosità nell’omaggiare – da parte di Mike Flanagan, che oltre alla regia scrive appunto anche la sceneggiatura di Doctor Sleep, indulgendo parecchio sulle immagini più riconoscibili e più radicate nell’immaginario collettivo (come suggeriva già benissimo il trailer). Innegabilmente, l’impresa di approcciarsi a un titolo che ormai ha acquisito un’aura di sacralità non è facile. Tuttavia, la riverenza per il classico di Stanley Kubrick, o – i malpensanti potrebbero suggerire – l’opportunismo che porta a giocare su quel fruttuoso effetto nostalgia crea parecchi problemi.

Sono inseriti sin da principio spezzoni risalenti al film del 1980 (come l’iconica scena con il piccolo Danny che si aggira per i corridoi del sinistro Overlook Hotel con il suo triciclo), ma anche sequenze ‘rigirate’, o meglio ‘reinterpretate’ con attori differenti in ambienti e momenti memorabili di quel film.

Ripensate quindi ai personaggi impressi nella vostra mente in maniera indelebile, dall’inquietante Jack Torrance incarnato da un magistrale Jack Nicholson al piccolo Danny (Danny Lloyd), da Wendy (Shelley Duvall) alle due gemelle di Grady (Lisa e Louise Burns), tutti però incarnati da qualcun altro più o meno simile nell’estetica. L’esito dell’operazione è inevitabilmente straniante, a tratti quasi caricaturale.

Doctor Sleep (2019) - filmSoprassedendo pure su questo dettaglio, c’è poi lo svolgimento di Doctor Sleep in sé, in particolare quando si arriva agli scontri decisivi. Tutta la trama, come spesso è accaduto, è una semplificazione (con qualche estro creativo) degli eventi descritti nel libro kinghiano. Andando un po’ più nello specifico, l’horror si apre con breve preambolo che ripercorre la nuova vita di un Danny Torrance ancora bambino (Roger Dale Floyd) e di Wendy (Alex Essoe), dopo le traumatiche vicende dell’Overlook Hotel.

Gli spettri del passato non hanno abbandonato il protagonista (e la loro citazione reiterata a mo’ di omaggio / replica posticcia non abbandona gli spettatori purtroppo), ma prima l’intervento e i suggerimenti del suo antico mentore, Dick Hallorann (Carl Lumbly), poi l’utilizzo di una buona dose di alcolici lo aiutano a emanciparsi dalle dall’incombenza dell’oneroso ‘dono’ della luccicanza. Lo ritroviamo, dunque, ormai adulto (impersonato da Ewan McGregor); Dan – così si fa chiamare ora, è un uomo alla deriva e un alcolista che, dopo aver sfiorato il baratro, decide di fuggire e ricominciare da zero a Frazier, cittadina della provincia americana.

Qui finalmente smette di bere e trova un modo di sfruttare positivamente il suo potere, come inserviente in una struttura ospedaliera e sostegno psicologico dei suoi anziani ospiti sul letto di morte.

Tuttavia, l’equilibrio conquistato tra tante difficoltà viene stravolto quando stabilisce un contatto telepatico con Abra (Kyliegh Curran), un’adolescente anche lei dotata della medesima capacità extrasensoriale, che invoca disperatamente il suo aiuto. La presenza e il potere spirituale (o ‘vapore’) della ragazzina viene infatti scoperto dalla spietata Rosie Cilindro (in originale Rosie the Hat, Rebecca Ferguson) e dai suoi famelici seguaci, i membri del ‘Vero Nodo’, uomini divenuti incarnazioni demoniache, i quali si nutrono proprio della luccicanza degli innocenti per poter prolungare la propria vita per secoli.

Altri punto a sfavore, a parte l’entrata di una nuova adepta, troppo poco spazio viene dato alla malefica e misteriosa cricca e alla sua leader, indubbiamente l’aspetto migliore del film (e del libro). Nella fattispecie, ciò si sente ancor di più vista la durata di Doctor Sleep (oltre due ore) e le inutili lungaggini e ripetizioni di cui è disseminato (alcune scene ‘multiple’ nella struttura geriatrica, il disseppellimento). Insomma, sarebbe forse stato invece il caso di ampliare maggiormente il vero epicentro orrorifico, almeno quello inedito, visto che tutto il resto è giocato dal ritorno nel già visto Overlook (decadente e ricostruito completamente in stile), ma poco resta delle atmosfere estremamente inquietanti di un tempo. A meno che non vi basti rivedere un corridoio del terribile Hotel.

Ewan McGregor and Kyliegh Curran in Doctor Sleep (2019)Anzi, poco c’è di inquietante in generale, sia perché non c’è nulla di particolarmente visivamente scioccante, cruento o terrificante nonostante il Rated-R, sia perché neppure si riesce a costruire una certa tensione psicologica costante, una forma di suggestione più raffinata. Ancor peggio, gli aspetti più sinistri del libro, le sfaccettature, le descrizioni surreali di luoghi e malvagi, nel film di Doctor Sleep sono assenti.

A eccezione fatta di Rebecca Ferguson, che rende il suo personaggio minaccioso e intrigante al punto giusto, non c’è null’altro in Doctor Sleep che lasci col fiato sospeso o con la pelle d’oca. In generale ci si sarebbe aspettato di più dal promettente Mike Flanagan, almeno stando a quella perfetta combinazione di terrore, amarezza, autodistruzione e rimpianto che negli episodi della serie Hill House (la recensione) era riuscito a costruire. Invece qui gira una sorta di personale capitolo degli X-Men mescolato a Heroes, con Abra novella Jean Grey, Danny Professor Xavier e Rosie Cilindro come Magneto / Sylar.

Un ex alcolista ossessionato da oscure presenze dal suo passato, come Dan, sembrava un personaggio perfettamente nelle sue corde, ma la sua parabola viene sviluppata in modo classico, seguendo la solita dinamica dell’eroe caduto che si rialza dopo tante difficoltà per aiutare la sua giovane e dotatissima protetta e combattere con coraggio la loro maligna nemesi. Non si può dire che ci siano in fondo magistrali buchi di trama, né che la performance di Ewan McGregor sia ‘indegna’, anzi visto il ruolo è più che apprezzabile.

Scarseggiano come detto gli apici di vera suspense, di vera paura (unico forse davvero efficace è l’omicidio rituale di un bambino da parte del Nodo). Se poi gli scontri nel ‘mondo della mente’ riescono a colpire nel segno (l’influsso visuale di Inception di Christopher Nolan è innegabile), quelli nei molto concreti boschi non possono che lasciare di sasso. Quando, dunque, arriva  infine il tanto atteso ritorno ‘cicolare’ all’Overlook Hotel, scenario ideale per la battaglia finale tra Bene e Male, passato e futuro, siamo già parecchio provati dalla ridondanza e dalla dilatazione di Doctor Sleep.

Tuttavia, ripercorrendo i vecchi corridoi invasi dalla polvere, rivedendo alcuni sinistri indizi della natura demoniaca del luogo, ci sembra di scorgere il riflesso di quello che fu Shining, ma in uno specchio deformante. Scolorito dell’antica agghiacciante maestosità, è ormai come una sua replica spenta. Lo stesso vale per gli spettri che lo popolavano.

E non possiamo che provare un profondo rimpianto per quell’oscuro splendore che non tornerà più; certo non nel film di Mike Flanagan, che troppo si sforza di strizzare l’occhio ai cultori della pietra miliare del 1980, per ricordarsi di girare qualcosa di originale, seguendo la propria luccicanza autoriale, che pure ha dimostrato di possedere.

In attesa di vederlo in sala cinema, trovate di seguito trovate il full trailer in italiano di Doctor Sleep: