In quest'anno in cui la distribuzione ha dovuto fare i contri con la chiusura forzata dei cinema, gli appassionati hanno comunque potuto contare su moltissimi titoli
Fedeli a quanto già fatto nel 2017, nel 2018 e lo scorso anno, siamo giunti anche per il complicato 2020 – proprio come abbiamo fatto parallelamente per il cinema di fantascienza – a tirare le somme dei passati 12 mesi, in cui sono state un po’ stravolte le consuete dinamiche distributive di molti titoli horror.
Come vedremo, però, il genere ha comunque dimostrato di essere capace di resistere anche alla più imprevedibile delle crisi, offrendo agli appassionati un’ampia scelta di film tra cui scegliere, sia nelle sale (per quei pochi mesi che sono rimaste aperte) che in home video e in streaming, capaci di soddisfare ogni palato.
Partendo naturalmente da quelli distribuiti nei cinema del nostro paese, i lungometraggi giunti fino ai cinema sono stati 6.
Venendo all’ampia offerta delle piattaforme di streaming più note (coincidente talvolta con la simultanea distribuzione in DVD e BD) abbiamo visto su Netflix la horror comedy Girl with balls di Olivier Afonso (la recensione), il chiacchieratissimo Il Buco di Galder Gaztelu-Urrutia (la recensione), Il marchio del demonio di Diego Cohen (la recensione), Dov’è la tua casa di David e Alex Pastor (la recensione), lo spiazzante Horse girl con Alison Brie (la recensione), gli horror sociali Squatter di Olivier Abbou (la recensione) e His house di Remi Weekes (la recensione), lo zombie movie coreano #Alive (la recensione), il sequel La babysitter – Killer queen con Bella Thorne (la recensione), lo spagnolo El practicante con Mario Casas (la recensione), l’originale Vampires vs. The Bronx (la recensione), l’italiano Il Legame di Domenico de Feudis (la recensione), il danese Cadaver (la recensione), il nuovo adattamento di Rebecca ad opera di Ben Wheatley (la recensione), Voces di Ángel Gómez Hernández, Call di Lee Chung-hyun e lo slasher polacco Non dormire nel bosco stanotte (la recensione).
Sia per i titoli di Netflix che per quelli di Prime Video è difficile dire se qualcuno avrebbe potuto essere distribuito nelle sale cinematografiche, ma propendiamo per una risposta negativa.
Chiudendo infine con l’home video (fisico o digitale), che ha ‘approfittato’ dei lockdown generalizzati per inglobare moltissimi film che erano inizialmente stati pensati per i cinema, sono stati distribuiti grosso modo equamente lungo tutto l’arco dell’anno titoli come Bliss di Joe Begos (la recensione), il remake Black Christmas (la recensione), Swallow con Haley Bennet (la recensione), Breaking in con Gabrielle Union (la recensione), il sequel The Boy 2 – La maledizione di Brahms (la recensione), il survival The Hunt con Betty Gilpin (la recensione), la versione aggiornata di L’uomo invisibile con con Elisabeth Moss (la recensione), il russo Muori papà … muori! (la recensione), il film di streghe The Wretched di di Brett e Drew Pierce (la recensione) e il mansoniano 10050 Cielo Drive di John R. Leonetti (la recensione).
E poi The room – La stanza del desiderio con con Olga Kurylenko (la recensione), il soprannaturale Ve ne dovete andare con Kevin Bacon (la recensione), il bizzarro Doppia pelle con di Quentin Dupieux (la recensione), il creature film Rogue con Megan Fox (la recensione), Inheritance – Eredità con Simon Pegg e Lily Collins (la recensione), lo shark movie 47 metri – Uncaged (la recensione), il seguito Il rito delle streghe di Zoe Lister-Jones (la recensione), Look Away – Lo Sguardo Del Male del 2018 con Jason Isaacs e Mira Sorvino, Poultrygeist – Night Of The Chicken Dead del 2006 e Troma’s War del 1988.
Come detto, gli appassionati del genere avrebbero potuto in anni normali godersi comodamente sprofondati nelle poltroncine di un cinema almeno la metà dei summenzionati film, che sicuramente sarebbero stati più apprezzati rispetto alla solo apparentemente comoda visione casalinga, comunque limitata in quanto a portata degli schermi e dell’acustica. Ma tant’è.
Purtroppo i dati dei noleggi e delle vendite non vengono resi disponibili, quindi è impossibile capire quanto ciascuno titolo abbia incassato e se sia andati bene o male.
Balza forse l’occhio dei più attenti la quasi totale assenza di film orientali, ma resta il fatto che l’offerta è stata anche per il 2020 ancora una volta trasversale e ampia (rispetto al 2019 è stata praticamente uguale in termini numerici assoluti), sintomo che l’horror gode ancora di ottima salute, ligio alla linea vincente dei costi di produzione contenuti, capaci di garantire praticamente sempre il ritorno delle spese.
Di seguito il trailer italiano di The Lighthouse: