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Riflessione | Il 2018 del cinema di fantascienza in Italia: un genere che non molla, ma Netflix avanza

01/01/2019 news di Alessandro Gamma

Ripercorriamo l'anno appena concluso, indagando tra le pieghe della distribuzione nostrana e il box office per capire lo stato di salute di questa categoria

locandine poster film fantascienza 2018

Come fatto per il cinema horror, con la conclusione del 2018 rinnoviamo anche per quest’anno (la riflessione sul 2017) il doveroso compito di tirare le somme anche su un altro genere che seguiamo sempre da molto vicino: la fantascienza.

La premessa è sempre la stessa: storicamente più complesso e difficile rispetto ad altri, è connotato da caratteristiche ben precise, che nel tempo si sono ampiamente imbastardite grazie alla commistione di svariati elementi presi a prestito dal cinema del terrore stesso, da quello di avventura e dal fantasy. Per questo motivo, i film che andremo a prendere in considerazione a prima vista sembrerebbero non appartenere alla stessa categoria, vista la varietà e le differenze tra un titolo e l’altro.

Ci viene in soccorso allora la definizione corrente, secondo cui “la fantascienza è la narrazione o rappresentazione di vicende fantastiche, apparentemente o parzialmente fondate su elementi scientifici. Ha come tema fondamentale l’impatto di una scienza e/o una tecnologia – reale o immaginaria – sulla società e sull’individuo. I personaggi, oltre che esseri umani, possono essere alieni, robot, cyborg, mostri o mutanti; la storia può essere ambientata nel passato, nel presente o, più frequentemente, nel futuro”.

Ribadito questo, come sono andati gli ultimi 12 mesi? Possiamo ritenerci soddisfatti del numero di titoli arrivati in sala? La qualità media è stata alta oppure disastrosa? E il pubblico come ha risposto in termini di incassi e presenza? Nei seguenti paragrafi proveremo a rispondere a tutte queste domande, snocciolando dati e tirando le conseguenti conclusioni.

Entrando nel dettaglio – e cercando di rimanere il più ‘fantascientifici’ possibili – sono 11 le pellicole distribuite più o meno uniformemente tra gennaio e dicembre: Maze Runner – La rivelazione, Downsizing – Vivere alla grande, Ready Player One, Pacific Rim – La Rivolta, Solo – A Star Wars Story, Upgrade, The Predator, 2001: Odissea nello Spazio (restauro in 4K), A-X-L: Un’amicizia extraordinaria e Bumblebee.

Come avrete notato, mancano all’appello svariati film che per qualcuno potrebbero – più o meno a ragione – rientrare nella categoria. Dopo lungo dibattito, abbiamo però deciso di estromettere dal gruppo alcuni film troppo ‘al limite’ (o ‘troppo poco sci-fi’). Sono i seguenti: Macchine MortaliLe ultime 24 oreRampage – Furia animale, Nelle pieghe del tempo, The Darkest minds e Jurassic World – Il Regno Distrutto. A questi si aggiungono i cosiddetti cinecomic, ovvero Deadpool 2, Black Panther, Aquaman, Avengers – Infinity War, Venom e Ant-Man & The Wasp.

Procediamo allora con gli incassi: a guardare tutti dall’alto sono Ready Player One con 4.9 milioni di euro e Solo – A Star Wars Story con 4.4 milioni, seguiti da Maze Runner – La rivelazione con 2.5 milioni, Pacific Rim – La Rivolta con 2.2 milioni e Bumblebee (attualmente sopra i 2.5 milioni). Le delusioni più grosse sono sicuramente arrivate invece da The Predator, che ha rastrellato solo 832.000 euro e da Downsizing – Vivere alla Grande con Matt Damon, che ha portato a casa la miseria di 290.000 euro. Molto male anche l’interessante Upgrade – prodotto dalla Blumhouse e distribuito, con largo ritardo, da Universal Pictures – con 66.900 euro complessivi. A sorprendere sono invece i 260.000 euro raccolti in poche giorni dall’edizione restaurata in 70mm e in 4K di 2001: Odissea nello spazio di Stanley Kubrick e i 302.000 euro di A-X-L: Un’amicizia extraordinaria.

Situazione Italia: esattamente come nel 2017, sono un paio i film nostrani riconducibili alla fantascienza, ovvero Ride di Jacopo Rondinelli – che ha raccolto 280.000 euro (meno di quelli che probabilmente ci si aspettava vista la campagna virale sui social media imbastita nei mesi precedenti all’uscita in sala) e Tito e gli alieni con Valerio Mastandrea, che è arrivato a 200.000 euro.  Risultati piuttosto deludenti e che fanno il pari con quelli degli horror nostrani, a riprova che il ‘genere’ piace irrimediabilmente al pubblico solo se viene da ‘fuori’.

Se tutto sommato la situazione nei cinema è rimasta invariata, un interessante balzo in avanti l’ha fatto Netflix, che ha raddoppiato la propria offerta (sulla qualità possiamo discutere invece …), tra titoli sci-fi originali o distribuiti in esclusiva, grazie soprattutto al fatto che alcuni grandi studi americani hanno cominciato a ‘sbolognargli’ certi film ritenuti ‘a rischio’ optando per girarli alla piattaforma di streaming piuttosto che incappare nell’irreparabile tonfo commerciale (secondo considerazioni tutte da decifrare …). Da inizio anno sono infatti arrivati The Cloverfield Paradox, Mute di Duncan Jones, Annientamento con Natalie Portman, The Titan con Sam Worthington, Anon con Clive Owen e Amanda Seyfried, Tau con Maika Monroe, Beyond Skyline con Frank Grillo, Osiride – Il Nono Pianeta con Kellan Lutz, Extinction con Michael Peña e Lizzy Caplan, Illang – Uomini e lupi e l’interattivo Black Mirror: Bandersnatch.

Una menzione speciale va fatta anche per il ben poco riuscito nuovo adattamento di Fahrenheit 451 con Michael B. Jordan e Michael Shannon (trasmesso in esclusiva da Sky Cinema Uno in giugno).

Cosa resta quindi? L’home video, che, a parte alcuni recuperi molto ghiotti e attesi come Turbo Kid di François Simard, Anouk Whissell e Yoann-Karl Whissell (2015), Colossal con Anne Hathaway e Jason Sudeikis (2016) e Scontri Stellari Oltre La Terza Dimensione di Luigi Cozzi (1978), si è limitato a offrire agli appassionati uno stuolo di film solo vagamente interessanti e a basso budget provenienti dai paesi più disparati. Abbiamo Taking Earth di Grant Humphreys (Sudafrica), Arés di Jean-Patrick Benes (Francia), The Last Scout – L’Ultima Missione di Simon Phillips (UK), Dance To Death – Sfida L’Arena di Andrey Volgin (Russia), Una Luna Chiamata Europa di Kornél Mundruczó (Ungheria), Radius di Caroline Labrèche e Steeve Léonard (Canada) e Bleeding Steel – Eroe D’Acciaio con Jackie Chan (Cina). A margine restano un pugno di titoli americani già pensati a monte, giustamente, per il direct-to-video, ossia Starship Troopers – Attacco Su Marte2030 – Fuga Per Il Futuro con Nicolas Cage, La Fuga Dell’Assassino con Jonathan Rhys Meyers e Death Race 4 – Anarchia.

Hailee Steinfeld e Dylan O'Brien in Bumblebee (2018)Ora, cosa possiamo dedurre da tutte queste cifre e dati? In sostanza il quadro è lo stesso del 2017. Se da un lato la quasi totalità della (sparuta) offerta globale di fantascienza arriva anche dalle nostre parti, con il pubblico italiano che – nel suo piccolo – risponde bene ai titoli che arrivano in sala, dall’altro lo stesso non si può dire per il resto del mondo (specie nei fondamentali Stati Uniti, unico mercato, assieme a quello cinese, in grado di determinare da solo il successo o l’insuccesso di un dato film). Da qui i flop di Downsizing (55 milioni globali a fronte di un budget di 68 milioni), Solo: A Star Wars Story (392 milioni con un budget di 250 milioni) e Bumblebee (attualmente a quota 157 milioni nel mondo con un budget di 135 milioni) o le delusioni importanti di The Predator (160 milioni a fronte di 88 milioni di spesa) e di Pacific Rim 2 (300 milioni circa al box office internazionale con un budget di 150 milioni). E, ancora una volta, la dimostrazione che investire somme importanti (aka dai 100 milioni di dollari in su) in produzioni a stampo fantascientifico non (ri)pagaMaze Runner – La rivelazione è costato 62 milioni di dollari (incasso 288 milioni) e Ready Player One (175 milioni di budget) … beh, è una nerdata diretta da Steven Spielberg (583 milioni complessivi).

In ogni caso, nel 2017 un certo clamore lo aveva suscitato tra i fan del genere Neill Blomkamp, che aveva fatto parlare di sé col lancio degli sperimentali OATS Studios, ma nel 2018 il regista sudafricano ha messo in stand-by il progetto per tornare a sorpresa dietro alla mdp per le riprese di Robocop Returns, che tuttavia difficilmente vedrà la luce nel corso del 2019.

Nei prossimi mesi invece sono diversi gli osservati speciali, tra cui Alita: Angelo della Battaglia di Robert Rodriguez (con James Cameron alla produzione), l’Episodio IX di Star Wars e il nuovo Terminator, Captive State con John Goodman, Godzilla II: King of Monsters, Ad Astra con Brad Pitt e Replicas con Keanu Reeves. Insomma, il paziente sci-fi arranca, ma a quanto pare è ancora presto per staccare la spina.

Di seguito il trailer italiano di Ready Player One: